Dubolino/Corrao (Confintesa Scuola Sicilia):più Europa solo nei doveri ed obblighi, ma nelle retribuzioni invece no.

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La questione salariale vera non è tra Nord e Sud, ma tra Italia ed Europa, nella legge di bilancio approvata da questo governo alla voce “rinnovo del contratto collettivo dei docenti” non vi  è ancora nulla di certo, ma tutto in fieri; si dovrebbe sapere qualcosa tra fine maggio e giugno. L’unica considerazione che si potrebbe fare su Nord e Sud sarebbe quella che il potere di acquisto di un docente del Nord è nettamente inferiore rispetto a quello di un collega del Sud e questo fattore incide anche sulla tematica docenza al nord (molti meno docenti su materia e sostegno) per l’evidente della svalutazione dello stipendio del docente al nord dovuto ad un costo della vita nettamente maggiore, diciamo che al sud si riesce a vivere.

Stipendi docenti italiani i meno alti dell’Europa? Secondo i dati dell’Ocse, i numeri sono evidenti. Lo stipendio medio annuo lordo di un insegnante nella scuola primaria è pari a 36.800,00 €, in Francia 39.417,00 €, in Germania 74.937,00 €. La media Ue è di 42.599,00 €. Discorso simile alla scuola media con 39.463,00 € in Italia e 45.015,00 € di media europea.  Senza considerare la notevole platea di docenti precari che, seppur con cattedra annuale, non superano in media i 19.800,00 (mancando le mensilità di luglio e agosto, con i relativi ratei della tredicesima, e gli scatti di anzianità).

Stipendi più bassi in Europa ma anche più bassi rispetto a tutto il pubblico comparto del nostro Paese. Si parla di un 22% in meno di un docente superiore rispetto a un altro lavoratore con lo stesso titolo universitario (350,00 euro in meno al mese). Nello specifico si parla spesso di docenti con due lauree magistrali, abilitazioni e specializzazioni professionali, decine di master alla spalle, ecc… .

Ad oggi l’unico dato certo è che lo scorso anno, con il governo Draghi, è stato chiuso l’accordo per il passato triennio prevedendo aumenti medi intorno ai 100,00 € lordi dopo dieci anni di blocco. Un importo ridicolo rispetto all’inflazione”, così dichiarano Dubolino D. e Corrao G., Responsabili Regionali Confintesa Scuola Sicilia.

Vi sarebbe poi da aggiungere l’ulteriore divario all’interno del mondo dei docenti, ovvero quello tra personale di ruolo e supplente e nello specifico vi sono da evidenziare parecchi elementi aggiuntivi della retribuzione che differiscono tra le due tipologie di docenza, anche se entrambe le supplenze abbiano carattere annuale; infatti, un elemento che fa storcere il naso a parecchi supplenti è il non accesso alla carta docente (€ 500,00 annui) che ad oggi non spettano ai colleghi a tempo determinato (si potrebbe dire che sicuramente servirebbero più ai precari che al personale di ruolo, viste le minori entrate e le maggiori spese per “galleggiare” nel punteggio interno alle varie graduatorie); su quest’ultimo punto Confintesa Scuola Sicilia si è fatta promotrice di un ricorso, vista anche l’attuale tendenza della giurisprudenza in merito e che molti ricorsi già avviati sono stati vinti.

In conclusione, ci auguriamo che in tempi non biblici si cerchi quantomeno di smorzare l’indecoroso divario retributivo tra i docenti italiani ed europei, nonché (come spesso dimenticato!) tra docenti di ruolo e supplenti, anche tramite un congruo rinnovo del CCNL istruzione e ricerca.

Comunicato Stampa

Palermo, 16/05/2023


 

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