Dubolino/Corrao (Confintesa Scuola): diretta orizzonte scuola del 02/05/2023.
Il 02/05/2023, su www.orizzontescuola.it, vi è stata una diretta sul tema precari della scuola ed accesso al mondo dell’insegnamento (su cattedra e sostegno). Ospiti della puntata sono stati l’Onorevole Gaetano Amato (Movimento 5 Stelle), il Senatore Mario Pittoni (Responsabile istruzione Lega), la Prof.ssa Valentina Sanna (Coordinamento docenti ingabbiati di ruolo) e la Prof.ssa Anita Pelaggi (Coordinamento nazionale precari scuola). Si sono trattati vari argomenti e dette molte cose, a noi preme riflettere sulle affermazioni del senatore Pittoni, per due ordini di ragioni, la prima perché responsabile istruzione di uno dei partiti che compone la maggioranza di governo, due per le affermazioni che il senatore durante la diretta ha fatto.
Egli ha chiaramente espresso un parere a nostro avviso molto discutile, ovvero che i percorsi per la abilitazione/specializzazione su sostegno non devono essere a numero chiuso e che il tirocinio che in essi si svolge andrebbe tolto poiché allunga di molto i tempi di acquisizione del titolo, quando invece urge un maggiore numero di docenti sul sostegno. Nello stesso tempo il senatore ha espresso la necessità di garantire all’ingente numero di docenti che ancora non sono entrati di ruolo tramite le GAE, GPS e concorsi già espletati una stabilizzazione e ha anche affermato che la stessa MAD (messa a disposizione) andrebbe inserita tra le modalità utili per entrare in ruolo.
Intanto vogliamo ricordare al senatore un articolo della costituzione dello stato di cui egli stesso fa parte e che essendo appunto legge costituzionale è bavaglio e limitazione a quanto diverge dai suoi principi: l’articolo in questione è il 97, il quale recita <<[…]nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge[…].
Nelle more che il TFA Sostegno è strumento atto all’accesso all’insegnamento su sostegno nella scuola pubblica italiana, ci sembra di poter sostenere la necessità che vi si acceda tramite corso-concorso pubblico anche perché, in caso contrario, si verrebbero a verificare delle discriminazioni rilevanti tra chi questo titolo lo ha appunto conseguito con un corso-concorso e chi no. Stesso discorso varrebbe per la proposta di consentire a chi ha già effettuato tre anni di insegnamento su sostegno senza TFA di accedere a corso di specializzazione senza espletare le prove preselettive, per par condicio allora si dovrebbe poter accedere ai concorsi per entrare di ruolo senza appunto il vincolo dei tre anni di servizio. Vi era nelle affermazioni del senatore elementi dicotomici evidenti, da una parte l’attenzione ai precari della scuola dall’altra la necessità di crearne di nuovi e addirittura meno preparati.
Nella considerazione che, quantomeno al sud, molti docenti precari su sostegno hanno avuto difficolta a ricoprire cattedre e addirittura molti sono rimasti a casa e che i posti messi a bando dalle università italiane per i TFA sono di gran lunga maggiori rispetto ai primi bandi concorsuali, le necessità che per il senatore erano evidenti, per noi vengono ineluttabilmente a decadere.
In tutto questo poi ci si scorda dell’elemento alfa, ovvero dell’elemento principale, i discenti disabili che usufruisco del servizio degli insegnati di sostegno. Non si può prediligere la politica della quantità, si è obtorto collo, costretti a prediligere la qualità e il merito per citare il nome aggiunto a ministero che ci gestisce (Il Ministero della Istruzione e del Merito). I disabili a vario titolo hanno la necessità di personale altamente formato, che sappia gestirlo in quanto individuo e che sappia collaborare con tutto il corpo docente e col resto dei discenti per garantire un concetto innovativo del nostro sistema scolastico: L’INCLUSIONE. Il docente di sostegno deve saper individuar e progettare un percorso didattico mirato per il suo alunno, spesso con l’ausilio di sofisticati supporti multimediali; deve districarsi tra le normative quanto e meglio di avvocato penalista di grido.
Il docente, e in particolar modo, il docente di sostegno è un lavoro non per tutti; la sua preparazione, se un bravo docente, è di alto livello, passateci il temine, paragonabile per così dire a quella di un medico specialista, che non solo è medico ma che ha anche una ulteriore specializzazione e dal suo operato, spesso, dipende il futuro di una persona; uno studente potrà costruirsi un futuro oppure no, tanto dipende dal modo in egli riesce a trasmettere il suo sapere ma anche quello degli altri colleghi e se parliamo di studenti che già partono spesso da gravi problematiche cognitivo comportamentali il discorso si fa ancora più greve.
Le famiglie dei disabili e le associazione ad esse collegate dovrebbero avere voce in capitolo sulle vicende inerenti il sostegno, troppo spesso siamo costretti a leggere la paura nei loro occhi, la paura che il proprio figlio l’anno successivo debba ulteriormente cambiare docente di sostegno, e se poi il docente in questione è riuscito a compiere bene il suo lavoro, portando a casa dei risultati concreti la paura è ancora maggiore; dov’è quindi la tanto decantata CONTINUITA’ DIDATTICA, non c’è perché la ruota gira e mai nel senso più opportuno per il bene dei disabili.
Concludiamo con un timore, che si insinua piano piano, nelle nostre menti, che via sia un piano preciso in questa sistematica e progressiva dequalificazione della figura del docente di sostegno. Forse, togliendo le prove preselettive e il tirocinio si vuole parificare il titolo italiani con i tanto famigerati titoli esteri? Non vorremmo che vi fossero degli interessi personali da parte di alcune forze politiche a che i titoli esteri vadano avanti e piano piano acquisiscano pari dignità giuridica dei titoli italiani. La nostra però è solo una folle considerazione ad alta voce.
Comunicato Stampa
Palermo, 04/05/2023